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1915, l'Italia entra in guerra Il 26 aprile 1915 l’Italia firmava, con le potenze dell’intesa, un Patto per entrare al loro fianco in guerra contro gli imperi centrali. In tale patto erano previste, alla fine del conflitto, una serie di assegnazioni territoriali che comprendevano le terre irredente tradizionali come Gorizia, Trento, Trieste, Pola, Zara e Sebenico tutte abitate da cittadini per lo più di tradizioni e lingua italiana ed una storia che dall’impero di Roma giungeva ed accompagnava nei secoli l’italianissima Repubblica veneta  fino a quando Napoleone aveva fatto commercio delle sue terre. Altrettanto aveva fatto l’impero Asburgico assegnando dette città  e territori o a se medesima (vedi il Trentino…) o al Regno d’Ungheria (Fiume)  e permettendo una strisciante slavizzazione al fine di  rendere minima  l’importanza  della maggioritaria presenza italiana che mal digeriva la sottomissione all’Austria-Ungheria. Stranamente,  anche per colpa del nostro governo, Fiume  città Italianissima e per numero di abitanti residenti e per numero di volontari fiumani che caddero nella grande guerra e per il Tricolore, non fu compresa nel novero delle città irredente tanto che i cittadini della medesima, che con un plebiscito votarono l’annessione al Regno d’Italia, plebiscito che non fu riconosciuto dalle democraticissime nazioni che sbandieravano la politica della libera determinazione dei popoli con in testa gli  Stati Uniti  d’America. Questi ultimi  non avevano firmato quel patto, in quanto erano entrati molto più tardi nel conflitto e che, con la loro pretesa  del faccio tutto io, conseguenza di  un “sappiamo tutto noi”, prepararono il terreno con lo stato della Iugoslavia e con il corridoio di Danzica per la seconda guerra mondiale. Dopo la seconda, con Yalta, prepararono di nuovo il terreno per una terza che, fortunatamente, non è avvenuta. Nacque così un profondo risentimento, visti i 600000 morti ed il milione fra feriti e mutilati che l’Italia ebbe a soffrire per il conflitto, che dette ragion d’essere al concetto affatto pellegrino della “Vittoria  Mutilata” e che causò l’intervento di d’Annunzio e dei suoi legionari.  Il problema delle terre irredente soprattutto al di là dell’Adriatico ce lo porteremo dietro  fino, come minimo, al 1926. Tale problema dette una mano alla nascita del fascismo ma soprattutto alle mire iugoslave sulle nostre terre che causò, nell’ultimo conflitto mondiale, il genocidio degli Italiani. Genocidio passato sotto silenzio da tutti come quello Armeno e, come quello Armeno, quasi negato dalla storia. Nessuno disse nulla, nessuno intervenne, se ne stette in vergognoso silenzio perfino il Vaticano  che, notoriamente, si interessa di tutti e da una mano a tutti, ma non a noi Italiani, non dimentichiamolo, i preti non lo hanno dimenticato, noi Italiani al Santo Padre avevamo tolto un Regno.