STUDI RISORGIMENTALI

Cosa dicono di noi

 

Le Camicie Rosse di Mentana

 

Armi e fatti d'arme

 

Battaglie nella prosa e nella poesia

 

Canti patriottici e poesie

 

Il Regno d'Italia

 

Italiani in Africa

 

4a guerra d'Indipendenza

 

I confini d'Italia

 

Le terre Irredente

 

Il genocidio degli Italiani

 

Corpi ed armi dell'Esercito Italiano

 

Link


 

Armi militari in uso nel Regno d'Italia

 

Carabina da Bersaglieri mod. 1856 trasformata a retrocarica con il sistema Carcano e otturatore ad ago.

cal. mm. 17,5 

lunghezza totale cm. 126,8

peso gr. 4350

 

 

 

Fucile Carcano adottato nel 1867. Otturatore a catenaccio. Particolare con otturatore aperto ed ago sporgente.

cal. mm. 17,5

lunghezza totale cm. 141,4

peso gr. 4300

 

 

 

Carabina Albini per la Regia Marina mod. 1868.

Sistema per trasformare a retrocarica le "Naval Rifle Pattern 1858" adottate nel 1863    

cal. mm. 14,5

lunghezza totale cm. 122

lunghezza della canna cm. 77

peso gr. 4500

 

Fucile da Fanteria Vetterli mod. 1870 primo tipo con bossolo metallico, percussione centrale e pallottola di piombo.

cal. mm.10,35

lunghezza totale cm. 134,9 

lunghezza della canna cm. 86,2

peso gr. 4250

 

 

Fucile da Fanteria Vetterli mod. 1870, il più comune

cal. mm. 10,35

lunghezza totale cm. 134,9

lunghezza della canna cm. 86,2

peso gr. 4100

 

 

 

Moschetto da Carabinieri Reali Vetterli mod. 1870

cal. mm. 10,35

lunghezza totale cm. 109

lunghezza della canna cm. 61

 

 

Moschetto da Carabinieri Reali a cavallo trasformato a retrocarica, sistema Carcano.

cal. mm. 17,4

lunghezza totale cm. 114,7

peso gr. 3500

fornimenti in ottone

 

 

Fucile Vetterli Vitali mod. 1870\87

cal. mm. 10,35

lunghezza totale cm. 134,9

lunghezza della canna cm. 86,2

peso gr. 4370

alimentazione: scatola serbatoio da 4 cartucce

 

 

Moschetto T.S. mod. 1870\8716  modificato durante la prima guerra mondiale. 

cal. mm. 6,5x52

lunghezza totale cm. 109,7

lunghezza della canna cm. 61

peso gr. 3920

alimentazione: scatola serbatoio da 6 cartucce.

 

Fucile Mannlicher-Carcano mod. 1891   Ottimo fucile, semplice, robusto, preciso e di basso prezzo.  

cal. mm. 6,5x52

lunghezza totale cm. 128

lunghezza della canna cm. 78

peso gr. 3750

Alimentazione: scatola serbatoio per pacchetto caricatore da 6 cartucce

 

 

Spaccato: Moschetto da Cavalleria Mannlicher-Carcano mod. 1891 adottato nel 1893 e dato anche a Carabinieri ed alle Compagnie Ciclisti.

cal. mm. 6,5x52

lunghezza totale cm. 91,9

lunghezza della canna cm. 44

peso gr. 3000

 

Moschetto per Reali Carabinieri, Guardie del Re mod. 1891. I fornimenti sono dorati.  le sue caratteristiche sono del tutto simili al Moschetto '91. Baionetta a manicotto e ghiera simile a quella del moschetto mod. 1870.

Moschetto T.S. Mannlicher-Carcano mod. 1891

cal. mm. 6,5x52

lunghezza totale cm. 91,9

lunghezza della canna cm. 44

peso gr. 3150

pacchetto caricatore, come tutti i '91, da 6 cartucce.

 

 

 

 

La pistola italiana a rotazione Mod. 1889:

Un robusto revolver per un giovane regno

 

La pistola a rotazione modello 1889 è la naturale evoluzione dei modelli di revolver Chamelot-Delvigne 1874,  del suo modello alleggerito noto anche come Glisenti. Il napoletano Carlo Bodeo, ottenne, in data 11 settembre 1886, un brevetto per la sostituzione del meccanismo alle pistole a rotazione modello 1874 a quel tempo in uso  nel nostro esercito e presso altri corpi armati dello Stato. La modello 1874 era un’ottima pistola a rotazione, ma, visti i tempi, presentava qualche inconveniente tanto che il Ministero della Guerra con l’atto n. 235 in data 31 ottobre 1889 decise l’adozione e l’introduzione in servizio della modello 1889. Rispetto al precedente, il meccanismo ideato dal Bodeo era fortemente semplificato ed offriva il vantaggio del così detto “Cane rimbalzante” che nel sistema Chamelot–Delvigne si otteneva con un più macchinoso sistema di una tacca di sicurezza. Il Bodeo, o meglio il suo meccanismo, prevedeva un sistema per cui rilasciando il grilletto, il cane si risollevava per un poco ottenendo automaticamente l’effetto voluto. Ma altre ancora erano le modifiche utili, oltre alla possibilità di smontare il tutto senza l’ausilio di un cacciavite. Nel modello 1889, è possibile ritrovare sia le misure del modello alleggerito della 1874 e sia le innovazioni previste dal Bodeo. In verità il Bodeo di suo non aveva inventato nulla, ma era stato capace di mettere insieme e far funzionare diversi dispositivi inventati da altri. La preparazione del prototipo di tale arma fu affidata dalle autorità competenti alla Regia Fabbrica d’Armi di Brescia e nel 1889 fu avviata la fabbricazione in serie. Tale arma resterà in fabbricazione per lungo tempo, aggiornata o meno in diversi tipi e misure. 70 saranno nel tempo le modifiche apportate a tale arma, ma tutte le versioni, fino alla sua uscita dal servizio, porteranno la stessa denominazione di modello 1889. Tutti i modelli e le varianti possiedono in comune più del 90% dei componenti.

Inizialmente fu previsto un modello unico a grilletto pieghevole e, solo successivamente, si adottò un modello definito per ufficiali dotato di grilletto fisso e di ponticello che avrebbe potuto permettere un tiro più preciso utilizzando nella presa ambedue le mani, ma, crediamo che questo modo di sparare, era di là da venire nell’addestramento al tiro nell’Italia dell’epoca.

Alcuni definiscono la “89” un’arma dal disegno arcaico ed un po’ sgraziato, al confronto di armi coeve come le americane Colt e Smith & Wesson sopratutto per la grossa dimensione del tamburo, altri invece sono favorevolmente colpiti dalla dimensione che psicologicamente, insieme al suo calibro, trasmette  un’idea di grande potenza ed affidabilità.

La produzione di tale arma fu affidata anche ad altre ditte bresciane e poi fu prodotta anche in Spagna. Gli esemplari dei primi anni sono molto curati ed i pezzi ben eseguiti con la precisione che comportano diversi aggiustaggi manuali, mentre, in parte nella produzione spagnola e quella eseguita durante la prima guerra mondiale, si nota uno scadimento dovuto certamente alla necessità della produzione in notevole quantità  per le esigenze del conflitto. La canna ed il tamburo della “89” sono in acciaio fuso, mentre il fusto è stato realizzato in ferro fino. Certamente in quel periodo l’Italia non aveva una notevole esperienza nella siderurgia, ma ben giudicando con l’esperienza attuale possiamo ben dire che la scelta dei materiali sia stata corretta.

 

Pistola a rotazione da truppa conosciuta come tipo A

· Lunghezza totale cm 23,45

· lunghezza canna cm 11,45 a 4 rigature destrorse con passo di 250 mm

· calibro mm 10,35

· peso gr 890

· tamburo capacità 6 colpi.

Il revolver è ad azione sia singola sia doppia, con telaio chiuso e cane esterno. La cartella di sinistra è fissata al fusto con un incastro ed una vite. Rimovendo la cartella laterale si può togliere la guancetta di sinistra accedendo in questo modo alla meccanica dell’arma. La guancetta di destra è invece incastrata ed avvitata al fusto. La spinta cinetica del cane è fornita dal rebbio superiore della molla a lamina che si trova all’interno dell’impugnatura, mentre il rebbio inferiore  provvede al ritorno del grilletto. Il cane, con il suo percussore fisso, provvede ad una percussione diretta. Due congegni di sicurezza automatica consentono all’utilizzatore il porto della rivoltella con tutte le camere cariche, infatti, in posizione di riposo o cane abbattuto il grilletto tiene scostato il cane dal fusto attraverso la leva della doppia azione, non consentendo qualsiasi contatto tra percussore e cartuccia, cane rimbalzante di Carlo Bodeo, brevetto del 1866, ed ancora una stanghetta infulcrata sul bocciolo si interpone fra fusto e cane impedendo il contatto tra cartuccia e percussore, questo dispositivo è stato aggiunto ai primi del 1900. La coda del grilletto è imperniata sul vero grilletto che reca il dentino di arresto del tamburo e sul quale è infulcrato il bocciolo. Il tamburo non ha delle vere e proprie nicchie per il dentino, ma presenta solamente appoggi con invito così che il bloccaggio del tamburo è garantito dal dentino che appoggia e dal bocciolo che spinge sulla dentiera. Di conseguenza se il grilletto non viene premuto a fondo non avviene un perfetto allineamento tra camera e canna.

Ribaltando indietro lo sportello posizionato sul lato destro dell’arma è possibile effettuare il caricamento del tamburo. È da tenere presente che, aprendo lo sportello di caricamento, un perno solidale con il medesimo sposta la leva della doppia azione tanto che premendo ogni volta il grilletto si sposta il tamburo da camera a camera facilitando in questo modo il caricamento. Per scaricare l’arma si estrae l’astina sotto la canna ed allineata l’astina dopo averla ruotata verso destra con la camera a destra del tamburo e spingendo, si provoca la fuoriuscita del bossolo sparato.

Allo sparo l’arma si comporta decisamente bene per quanto riguarda sia il rinculo che il rilevamento, la molla potentissima ha scatti molto duri ed in singola azione lo scatto richiede uno sforzo pari a Kg 2,6.

Il mirino e la tacca di mira di forma massiccia permettono, comunque, una visione nitida e priva di riflessi di luce ambientale consentendo di svolgere il suo compito senza problemi ed incertezze, il grado di precisione, considerando anche la rusticità del progetto, è nella media delle armi coeve comprese quelle americane. Anzi possiamo affermare senza timore di smentita che la 1889 conteneva già soluzioni tecniche che solo dopo alcuni anni sarebbero apparse nei revolver americani, tipo la stanghetta di sicurezza e cioè la decantata “Colt Positive Lock” apparsa solo nel 1905, il “Counterboring” nelle camere del tamburo e il percussore sul cane presenti nella 89 alcuni decenni prima dei tanto decantati revolver americani ed inglesi. Non erano migliori della “1889” per quanto riguarda i dispositivi di sicurezza il revolver francese mod. 1892 ed il modello austriaco 1898.

 

Pistola a rotazione da ufficiali modello 1889

conosciuta come tipo B

 

 

La versione per ufficiali si distingue per la presenza del ponticello in acciaio, per 20 grammi di peso in più. Il ponticello è unito alla pistola con due denti ad incastro e per il lato inferiore del castello che è piano e non arrotondato come nel modello A, al solo fine di presentare un appoggio più stabile al ponticello. Il grilletto è a coda fissa in un solo pezzo.

 

Pistola a rotazione 1889 di tipo alleggerito

 

· Lunghezza totale cm 20,93

· lunghezza canna cm 8,93

· calibro, lo stesso

· peso gr 775

· capacità del tamburo 6 colpi.

 

Come per la modello 1874, anche per la “1889” in un periodo più tardo, si avvertì per esigenze particolari, l’eccessivo ingombro dell’arma e si realizzò un modello alleggerito caratterizzato da una canna più corta e rotonda

con un mirino meno massiccio ed altre varianti relative alla bacchetta dell’espulsione, la lunghezza del castello, ma, che non incidono sulla utilizzazione dell’arma. E’ più importante rilevare che l’arma,  in quanto a canna più corta, ha un baricentro più arretrato ed ovviamente tende,  allo sparo, a più rilevare. In alcuni esemplari è presente un percussore indipendente dal cane, inserito nel castello e tenuto in posizione arretrata da una molla.

 

Esemplari particolari

Non è difficile trovare esemplari particolari privi di alcuni dispositivi quali il dispositivo Abadie che normalmente era presente fin dai primi pezzi della 1889 e perfino per esemplari destinati agli ufficiali può risultare mancante la leva di sicurezza. Tutto ciò può essere spiegato con l’anno di costruzione e dal fatto che queste armi erano di solito utilizzate da corpi diversi, infatti su alcune armi si trova la scritta  “Ra. Guardia di Finanza” oppure, “Ministero dell’Interno-Pubblica Sicurezza”. In altre si trovano i nomi di Comuni che comprovano l’utilizzo delle Guardie Municipali. Alcuni revolver invece di essere bruniti, presentano una nichelatura.

Tra gli esemplari particolari dobbiamo invece annoverare anche degli ibridi che risultano essere delle 1889, ma con all’interno, un meccanismo Chamelot-Delvigne proprio della 74  e delle 74 che montano invece il meccanismo della 89. Si tratta certamente di pezzi costruiti in tempi diversi e per scopi diversi al di là della riutilizzazione di ricambi di magazzino. Tuttavia i pezzi utilizzati, a ben guardare, denotano sempre un qualcosa di diverso dalle armi a cui somigliano.

 

Una pistola a rotazione da una lunga vita

Il periodo di utilizzo di quest’arma è sicuramente un record, questo infatti iniziò, come avevamo detto, nel 1889 ed arrivò fino ai primi anni del secondo dopoguerra fino a quando non venne rimpiazzata dalla automatica Beretta mod. 34. Essa prestò servizio insieme al vetusto modello 61 ed alla 74, combatté a fianco di tutte le truppe italiane in Africa e su tutti i campi della prima e seconda Guerra Mondiale. Per la sua forma caratteristica le fu affibbiato il soprannome di “Coscia d’agnello”. Nacque in ritardo, non certo per sua colpa, forse superata dall’imminente arrivo delle pistole automatiche, ma aveva, torniamo a ripetere, molti aspetti forse rudimentali, ma certamente geniali. Possiamo ricordarla meglio al fianco dei Carabinieri tanto che fu definita anche come arma da Carabinieri che furono gli ultimi a versarla. In data 3 giugno 1891 con la precedenza per gli ufficiali degli Alpini, il modello B incominciò la sua distribuzione che fu completata nel 1894 con la Cavalleria. La 1889 fu costruita in Italia dalle più conosciute fabbriche d’armi quali Siderurgica Glisenti, Tempini, Castelli, MIDA, Beretta, Regia fabbrica d’armi di Brescia, Bernardelli, Toschi-Castelli ed Errasti.